1979
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Geltrude Stein: Sole Controsole
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Teatro "La Maddalena" dal 25 maggio
di Piera Mattei
Con:
Francesca Romana Coluzzi
Victoria Zinny
Scene e Costumi: Elena Ricci Poccetto
Assistente: Livia Del Priore
Musiche: Stefano Marcucci
Luci : Eugenia Archetti
Regia di Sofia Scandurra
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Il Messicano di Jack London
di Arnaldo Picchi
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Imola, Teatro Lolli - dicembre 1979
Gruppo Teatro Libero - Bologna
con
Bianca Maria Pirazzoli
Claudia Palombi
Daniele Dainelli
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Musiche di Stefano Marcucci
Regia di Arnaldo Picchi
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Macbeth
di William Shakespeare
Prima rappresentazione: Firenze, Teatro all'Affratellamento 1979
Regia di Giancarlo Sepe
con:
Sofia Amendolea
Franco Cortese
Nicola D' Eramo
Salvatore Martino
Anna Manichetti
Luigi Pistillo
Roberta Rem
Pino Tufiliaro
Maria Elena Vieni
Musiche: Stefano Marcucci
Scene e costumi: Giancarlo Sepe
Organizzazione: Franco Martini
Un ritmo ossessivo, martellante (splendida la colonna sonora di Stefano Marcucci che attanaglia il movimento dello spettacolo) è il motivo dominante di questa Compatta e intricata matassa scenica composta da Giancarlo Sepe per il Macbeth. Il rullo compressore dello spettacolo (una macchina teatrale efficientissima, inarrestabile) abbatte tutti i luoghi comuni e le convenzioni della pratica teatrale (tradizionale e d'avanguardia) attraverso "favole" d'identità; come quella, ad esempio, dei cinema "noir" americano degli anni '30: un "nuovo" mondo d’indizi, strategie, immagini, sequenze. Spie e segnali. Un infinito intrattenimento.
L'ambiente è un piccolo universo di attenzione: a sinistra, una larga scala conduce in un ballatoio in alto; sotto, una camera semplicemente arredata, con il letto appoggiato alla parete della scala; nel lato destro, delle buie ante a specchio; sul fondo, un buco nero da dove scattano, improvvisi, gli attori.
Una modestia espositiva, inizialmente statica e inerte, che muta con la presenza dei personaggi che invadono la scena con corse, inseguimenti, ossessioni: su per quelle ardite scale, a perdifiato. E si scoprono altri elementi: due cabine telefoniche, porte a ventola che lasciano sospettare antri oscuri e minacciosi: insomma, la reinvenzione, in toto, di nuovi spazi: uno studio di registrazione, la sotterranea metropolitana, anse di un percorso scenico articolatissimo, un tunnel da dove spuntano alla fine le luci accese di un treno - assassino. Mattonelle bianche danno luce a questa lunga notte senza ritorni fissando perfettamente quel calibratissimo "bianco-nero" che è il fascino intero dello spettacolo. Visivamente inappuntabile.
Non si tratta, dunque, di una "lettura" dei Macbeth ma di uno spettacolo "differente" che prende segretamente le mosse dal bel saggio di Jan Kott Macbeth o i contagiatí dalla morte, anzi ne diventa il referente più immediato, indispensabile.
Scrive Kott: "Nel Macbeth la morte, il delitto, il crimine sono qualcosa di concreto", "un unico tema: l'assassinio", "il delitto, il pensiero del delitto e la paura dei delitto permeano tutto" "pauroso dilatarsi di un incubo notturno"; ebbene, questi "temi" sono diventati gli elementi costitutivi e strutturali della rappresentazione di Giancarlo Sepe, che ha ripreso a Kott la sua citazione più insistente: "vi sono pugnali fin nel sorriso degli uomini", ovvero "i sorrisi nascondono i pugnali". Egli fa del Macbeth, appunto, una catena di delitti attraverso forme di ripetizione ossessive e crudeli, e i rapporti fra i personaggi tramati fra "quelli che uccidono e quelli che vengono uccisi" in continui abbracci e reciproci scambi di ruoli: ciechi bersagli di notte.
Naturalmente l'autonomia dello spettacolo di Sepe da queste indicazioni "letterarie" è assoluta e si afferma per quello che riesce ad essere: il più moderno e intelligente esempio di teatro contemporaneo. Il racconto di Macbeth si inserisce in questa robusta composizione attraverso un espediente teatrale d'alto mestiere registico: come se degli attori stessero recitando per radio l' originale tragedia di Shakespeare, che diventa così anche un "dramma per voci". Questo delicato incastro non altera o modifica la struttura visiva e sonora della velocissima rappresentazione.
Sofia Amendolea, Franco Cortese, Nicola D'Eramo, Salvatore Martino, Anna Menichetti, Luigi Pistillo, Pino Tufiliaro, Maria Elena Viani, Roberta Rem, guidano quest’ intrigo in una elisabettiana Chinatown con attiva determinazione, come nessun altro avrebbe mai potuto, senza mai tradire.
Giuseppe Liotta ( da SIPARIO – Anno XXXIV n°403 – dicembre 1979)
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Piccole Donne: un musical!
Macbeth (Tema A - Storia di Macbeth) )
Macbeth (Tema B - La lunga attesa) )
Macbeth (Tema C - Lontano dalla luce)
di Paola Pascolini
Prima rappresentazione: Cinema Teatro Palazzo - Roma, 18 ottobre 1978
Produzione: La fabbrica dell'attore
con:
Valeria D'Obici
Carmen Onorati
Cristina Noci
Daniela Piacentini
Luca Biagini
Claudio Carafoli
Carlo Cartier
Massimo Cinque
Musiche: Stefano Marcucci
Scene e costumi: Maurizio Fercioni
Coreografie: Antonio Scarafino
Regia di Tonino Pulci
Arrangiamenti musicali: Carlo Crivelli
Musiche registrate presso lo Studio 29/A - Roma
Fonico: Stefano Lattanzio
sarta: Loretta Coccia
Piccole Donne: il Musical - La Colazione
Piccole Donne: il Musical - Fondotinta
Piccole Donne: il Musical - La lettera del babbo
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La fabula di Orfeo
di Angelo Ambrogini, detto Poliziano
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La Cooperativa "Il Baraccone"
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con:
Angela Cavo
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Musiche di Stefano Marcucci
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Regia di Luigi Tani
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Sogno di una notte di mezza estate
Teatro Diana - Napoli
Con
Tato Russo
Peppe Barile
Francesco Paolantoni
Musiche di Stefano Marcucci
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Regia di Tato Russo